“Assumo giovani under 30 ma nessuno si fa avanti”
Appello di un’impresa: i ragazzi non vogliono più fare i muratori
Cerco ragazzi under 30 da assumere, anche con poca esperienza ma che abbiano umiltà e voglia di imparare il mestiere». L’appello, in un momento in cui la disoccupazione giovanile ha numeri da brivido, arriva da un’impresa storica vercellese, la Bona 1858. A lanciarlo Elena socia, amministratrice e prima donna nell’attività di famiglia da sei generazioni nel ramo edilizio.
Lei, presidente del gruppo Giovani Imprenditori del Vercellese e della Valsesia di Confindustria e vice presidente dell’Ance Vercelli Sezione Costruttori Edili, vuole investire sui ragazzi: «Ci servono operai specializzati e muratori. Meglio se giovani da formare perché nel giro di qualche anno perderemo le maestranze che abbiamo. Adesso come adesso assumerei almeno un paio di persone, non per lavori spot ma con la speranza di dare un’occupazione per i prossimi 30 anni».
Una decisione motivata dal fatto che il lavoro non manca, ma anche per non rischiare di spezzare una linea di continuità che vede la Bona sul mercato da oltre un secolo e mezzo in cui l’impresa è entrata nella storia architettonica di Vercelli e provincia.
Nel suo portfolio centenario si passa infatti dalle opere idrauliche realizzate nelll’800 per l’associazione di irrigazione Ovest Sesia alla costruzione di monumenti come la sinagoga fino all’adattamento della ex chiesa di San Marco, oggi Arca, a mercato pubblico coperto. Poi il primo ventennio del ‘900in cui la Bona ha contribuito a cambiare il volto della città tirando su, tra gli altri, il palazzo del Prefetto e la sede dell’opera nazionale dopo lavoro,ex Enal.
L’impresa oggi si occupa sempre di edilizia, ma anche di restauro, ristrutturazioni, conservazione ed archeologia lavorando con privati curia, mistero dei beni culturali e Sogin all’interno della centrale di Trino.
Attualmente conta otto dipendenti, molti in azienda da un ventennio. «Abbiamo fatto una scelta precisa: niente grandi numeri ma persone fidate per un rapporto continuativo nel tempo». Pochi ma buoni e fondamenta solide insomma, ma non mancano le nuove leve in vista di un ricambio generazionale inevitabile: il più giovane dei dipendenti oggi ha 35 anni. Ma trovare i candidati non sembra così semplice: «I curriculum in arrivo sono pochi e, soprattutto, di persone già formate. Ne riceviamo in media tre al mese, tutti di gente del settore, quasi sempre ben sopra i trent’anni». Pari a zero le richieste dei più giovani: caldo d’estate, freddo d’inverno, lavoro fisicamente impegnativo fanno sì che il muratore non sia in cima alla lista delle professioni da sogno dei ragazzi. «Mio nonno i raccontava di adolescenti che arrivavano in cantiere e stavano muti ad osservare chi lavorava per imparare. Oggi il mestiere è considerato poco edificante anche se, solo rispetto a qualche anno fa, grazie alla tecnologia e ai mezzi è molto meno duro. Certamente è impegnativo, ma ci sono lavori sicuramente più pesanti».
Fonte: La Stampa
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