lunedì 3 novembre 2014

ISTAT BOCCIA IL GOVERNO RENZI: NIENTE RIPRESA E LA DISOCCUPAZIONE NON DIMINUIRA'

La legge di stabilità del governo Renzi non avrebbe alcun impatto positivo sull'economia italiana nel prossimo biennio. Lo spiega l'Istat, che taglia le già fragili stime di crescita per il 2015 e il 2016. Male la disoccupazione, che si attesterebbe sopra il 12% almeno fino al 2016.

Sono dati abbastanza negativi, quelli che emergono complessivamente dalle stime dell’Istat sulla crescita del pil in Italia nel triennio 2014-2016. Quest’anno, l’economia dovrebbe continuare a contrarsi dello 0,3%, il terzo anno consecutivo di recessione, il quinto dallo scoppio della crisi finanziaria mondiale nel 2008. Il dato è in linea con le ultime previsioni del governo, legate all’aggiornamento del Def.

Tuttavia, la tanto attesa ripresa nel 2015 non ci sarà, dato che il pil dovrebbe crescere di appena lo 0,5%, giù dal +0,6% precedentemente stimato dall’istituto di statistica e dal governo Renzi. Più robusta la crescita nel 2016, quando l’economia si espanderebbe dell’1%. Il taglio riguarda anche le stime per il 2016, dato che a maggio l’istituto pronosticava una crescita dell’1,4%.
Ma nello spiegare le sue previsioni, l’Istat lascia trasparire una critica implicita alla manovra finanziaria del governo, che avrebbe effetti nulli sul biennio 2015-2016, chiarisce, in quanto l’impatto positivo del bonus Irpef degli 80 euro sarebbe bilanciato dal rischio che scatti dal 2016 la clausola di salvaguardia, quella che il governo ha garantito all’Europa per 51 miliardi, tramite aumenti di IVA e di altre imposte indirette, nel caso in cui l’Italia non riuscisse ad adottare risparmi di spesa per un pari importo.

Rispetto alle stime di maggio, l’Istat ha rivisto al ribasso la disoccupazione nel 2014 al 12,5% dal 12,7%, mentre nel 2015 dovrebbe attestarsi al 12,4% e al 12,1% nel 2016, per effetto della stabilizzazione delle condizioni sul mercato del lavoro.

Quanto ai consumi delle famiglie, quest’anno dovrebbe avvertirsi una lieve inversione di tendenza, dopo tre anni consecutivi di cali, con una crescita in termini reali dello 0,3%, seguita da un aumento nel biennio 2015-2016 rispettivamente dello 0,6% e dello 0,8%. Per l’anno prossimo, però, dovremmo fare poco affidamento sulle esportazioni, perché al netto ci porterebbero appena lo 0,1% in più di pil.


Dunque, se non è una bocciatura, poco ci manca. La legge di stabilità del premier Matteo Renzi non avrebbe smosso una virgola, anzi si registrerebbe una dinamica meno positiva delle attese per i prossimi 2 anni, principalmente a causa del deterioramento delle economie nel resto dell’Eurozona. E sempre che le nuove previsioni siano confermate. Purtroppo, negli ultimi anni sono state aggiornate sempre al ribasso e preoccupa il dato sulla disoccupazione, che nonostante alcuni spunti normativi positivi in arrivo con la legge di stabilità 2015 non sarebbe destinato a scendere sotto il 12% da qui alla fine del 2016.


Fonte: Investire Oggi

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